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locandina documentario

“Tremenda voglia di vivere è un documentario che incornicia un piccolo frammento di verità.
La realtà sarebbe stata troppo vasta e complessa per poterla comprimere in una modesta sequenza di immagini e suoni.”

Da un’idea di
Massimo Alì

Un documentario di
Massimo Alì Francesco Matera Lorenzo Scoles

TREMENDA VOGLIA DI VIVERE

Un progetto di
Massimo Alì

Regia
Francesco Matera

Scritto da
Massimo Alì e Lorenzo Scoles

Musiche
Teho Teardo

Produzione
Teatro a Manovella

Associazione di Promozione Sociale TEATRO A MANOVELLA | Via Volterrana 4/b, 50124 Firenze | Tel +39 338 7133840 | email alimassi@hotmail.com

TREMENDA VOGLIA DI VIVERE

con
i ragazzi della comunità La Mammoletta

Sofia | Ginevra | Giulia | Ludmilla Oleg | Simone | Davide | Cesare Francesco| Iron | Lion | Umberto

Marta del Bono | Stanislao Pecchioli

con la partecipazione di

Chiara |Alessandro|Michele|Sofia Enrica Pecchioli
Rina | Giulio Mayer | Giacomo Cortesi

e

Don Antonio Mazzi

fotografia
Francesco Matera

montaggio
Francesco Matera | Lorenzo Scoles

riprese
Francesco Matera| Lorenzo Scoles |Giulio Frediani

presa diretta
Massimo Alì

una produzione
Teatro a Manovella 2021

con il sostegno di
Unicoop Tirreno | Paolo Bertini, Monica Agostini

con la collaborazione di
Coop Portoferraio | Angela Zini, Tatiana Bosuioc, Elisa De Tullio Liceo Foresi – Portoferraio | Prof. Nunzio Marotti Caritas di San Giuseppe – Portoferraio

Comunità La Mammoletta
Cristina Mazza
Fondazione Exodus

e il fondamentale contributo dei genitori dei ragazzi della comunità La Mammoletta Italia
│ Lingua italiana con sottotitoli in inglese | 67 minuti │ colore │ 4K

SINOSSI

Guidati da Marta e Stanislao, all’interno della comunità “La Mammoletta” all’Isola d’Elba – in Italia, al largo della costa toscana – un gruppo di ragazze e ragazzi che fin dalla più giovane età hanno sofferto di vari tipi di disagi sociali e dipendenze compiono un percorso di recupero basato sull’impegno, sull’ascolto e sull’amore.

lavoro nell'ortoLe attività quotidiane, dalla cura dell’orto alla preparazione del cibo, dalla scrittura del diario alle uscite in barca, contribuiscono alla rinascita dei ragazzi per recuperare la fiducia in se stessi e la gioia di vivere. Forse la loro esperienza e i valori che acquisiscono lungo il percorso possono rivelarsi molto importanti anche per per la costruzione di una società migliore e per la vita di ciascuno di noi.

Led by Marta and Stanislao within the community “La Mammoletta” on the Island of Elba – a wonderful Italian island off the Tuscan coast – a group of girls and boys who have suffered from various types of social difficulties and addictions from an early age make a recovery path based on commitment, listening and love.
The daily activities, from taking care of the vegetable garden to preparing food, from writing an intimate diary to sailing trips, contribute to the rebirth of the kids to recover their self-confidence and the joy of living.
Perhaps their experience and the values they acquire along the way can also prove to be very important for building a better society and for the life of each of us.

bamboo a largo

 

Tremenda voglia di vivere è un documentario che incornicia un piccolo frammento di verità.
La realtà sarebbe stata troppo vasta e complessa per poterla comprimere in una modesta sequenza di immagini e suoni.

Le vite dei protagonisti non vengono presentate con tutti i tratti biografici che sarebbe stato impossibile rappresentare in modo corretto, completo e fedele.
Non si racconta, se non con qualche imprescindibile accenno, delle vicissitudini che hanno condotto questi ragazzi in una comunità terapeutica, non si indagano le crisi che colpiscono inevitabilmente i ragazzi e che li fanno zoppicare nel proprio percorso di ricostruzione, non si narra dell’esito del loro cammino in termini di successo o fallimento: tutti questi sono fattori privati e personali con cui ognuno di loro si deve misurare ma che non sono oggetto del nostro interesse. chiara

In questo preciso momento storico, mentre gli equilibri politici ed economici del mondo vacillano, mentre sorgono rigurgiti di violenza e prevaricazione, mentre intere generazioni si confrontano col dilemma dell’influsso tecnologico sul comportamento sociale e la maturazione emotiva, mentre l’aggressività e l’adrenalina impregnano ogni fotogramma della comunicazione mediatica, l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è assistere all’ennesimo spettacolo di dolore e disperazione.

In che modo ci può arricchire l’indiscreta osservazione della tormentata adolescenza di un ragazzo? Cosa ci può insegnare il racconto della dipendenza di una persona da una sostanza che l’ha tenuta prigioniera? Cosa vorremmo scoprire assistendo alla crisi di un adolescente mentre tenta di liberarsi dei propri demoni?

Questi ragazzi – Sofia, Oleg, Dado, Ginevra, Andrea, Iron, Umberto, Lion, Cesare, Ludmilla, Simone e tanti altri – non sono riassumibili in una fin troppo facile definizione. Insistere su un’etichetta significherebbe non voler vedere quello che in realtà ognuno di loro è realmente: una persona, un individuo con la propria sensibilità e le straordinarie potenzialità che può esprimere.
Rimosso – o perlomeno ridotto ad un cenno essenziale – il riferimento agli aspetti più tragici delle vicende personali, quella che rimane in Tremenda voglia di vivere non dev’essere quindi considerata una realtà edulcorata, una storia falsata e parziale composta dall’accostamento di elementi selezionati;
è invece un distillato dei lampi di consapevolezza che, magari anche soltanto per un istante, hanno illuminato la strada e la vita dei ragazzi.
Quei lampi apparentemente effimeri e fugaci sono, in realtà, i pilastri del percorso dei ragazzi e sono quelli che possiamo considerare i pilastri dell’esistenza di ciascun essere umano:
l’ascolto, la comprensione, la dignità, il rispetto, il dialogo, la collaborazione, la lettura e la formazione culturale, il volontariato, l’introspezione, la sincerità, il rapporto con la natura, la condivisione e il rispetto delle regole, l’attività, la responsabilità, la speranza e il perdono, per sé e per gli altri.
La fortuna di questi ragazzi è quella di aver potuto trovare un approdo dopo aver attraversato un mare in tempesta, un luogo dove qualcuno dona loro amore, aiuto, fiducia e sostegno e dove vengono incoraggiati ad una crescita emotiva, relazionale, culturale e sentimentale.
La Casa de La Mammoletta è un isola sull’isola, una famiglia numerosa in cui scompaiono gli smartphone e riaffiorano le parole, le carezze e il contatto fra le persone.
La nostra fortuna è quella di aver potuto camminare per un breve tratto di strada con loro, giusto il tempo di poter sentire la loro voce e avere l’impagabile privilegio di assaporare la testimonianza di questi ragazzi che – a maggior ragione in questo turbolento tempo di pandemia – si muovono come pionieri verso l’armonia della vita.

Massimo Alì, Francesco Matera e Lorenzo Scoles

salto dal bamboo

MASSIMO ALÌ | TEATRO A MANOVELLA

Teatro a Manovella è un’Associazione Culturale che inaugura la sua attività nel 2006, fondata da Massimo Alì.
Massimo Alì, regista teatrale e cinematografico, doppiatore e attore, è nato a Neuchatel, in Svizzera, nel 1972.
Si trasferisce in Toscana all’età di 12 anni e nel tempo si dedica alla musica con la formazione del gruppo ZEN, al cinema con la regia di cortometraggi e produzioni premiate in tutto il mondo (Un’altra vacanza, Sette Aprile) e al teatro con gli spettacoli che porta in scena in Italia e all’estero (Il Piccolo Principe, Soiree Cocteau, Etty Hillesum Diari, Non sono che un uomo in co-regia con Laura Croce, Teatro No, Cosa ci resta da fare, Fiabe Nocive, Consigli per apparire a proprio agio in ascensore, l’Amante).
Lavora come attore, sia nel teatro che nel cinema, per molti registi come: Luca Ronconi, Giorgio Barberio Corsetti, Armando Punzo, Eimuntas Necrosius, Carlos Saura, Marco Bellocchio, Franco Zeffirelli, Tim Duun, Massimo Luconi, Marina Bianchi, Grahm Vich, Cristina Comencini, Maurizio Ponzi e molti altri.
Dal 1998 si occupa anche di formazione attoriale teatrale e acting coach per il cinema e doppiaggio.

FRANCESCO MATERA

Francesco Matera è nato a Firenze nel 1974.
Si forma come regista e videomaker nell’emittente musicale Videomusic / Tmc2, per la quale dirige molte trasmissioni televisive. Realizza programmi televisivi per La7 e Rai3 e dirige numerosi video istituzionali e promozionali.
È il regista del documentario Voi siete qui, presentato alla 68° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia con una Menzione Speciale ai Nastri d’Argento 2012.
Nel 2017 Realizza per Rai3 il documentario Prova d’Orchestra. La versione cinematografica, dal titolo Primo movimento, è nella selezione ufficiale dei Nastri d’Argento 2018.
Nel 2018 dirige il documentario L’esatta coincidenza delle casualità, coprodotto e trasmesso da Rai Storia e presentato alla rassegna Cinema al Maxxi. Dal 2018 collabora assiduamente con INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) in qualità di esperto di produzione multimediale.

LORENZO SCOLES

Lorenzo Scoles è nato a Padova nel 1971 ed è un conduttore televisivo (Videomusic, Rai1, Tmc2) e radiofonico (Rai Radio2, Rai Radio1), attivo anche come autore regista.
Ha scritto programmi televisivi (Brunori Sa per Rai3, Sempre meglio che restare a casa su La7, e varie edizioni di Sei in un paese meraviglioso per Sky) e documentari: Una partita per sempre (Sky), Aria di musica (Arezzo Wave), Hotel Tibet (Cospe), Primo movimento (Rai), Ostia sulle sponde della Storia (Sky)

Come regista si occupa di produzioni che vanno dal cortometraggio allo spot pubblicitario, dal contenuto web ai video istituzionali, dalla trasmissione televisiva al documentario.

TEHO TEARDO

Teho Teardo, nato a Pordenone nel 1966, è compositore, musicista e sound designer.
Ha composto colonne sonore per pellicole di Gabriele Salvatores, Guido Chiesa, Paolo Sorrentino, Andrea Molaioli, Claudio Cupellini, Daniele Vicari, Stefano Incerti, Costanza Quatriglio e Roberto Faenza.
Per le sue composizioni ha vinto il David di Donatello, il Nastro d’Argento, il Ciak d’Oro e il Premio Ennio Morricone.
Ha realizzato due album insieme a Blixa Bargeld degli Einsturzende Neubauten, collabora con Erik Friedlander, realizza un album ispirato alle immagini del fotografo francese Charles Fréger e scrive le colonne sonore per tre film di Man Ray, che saranno poi pubblicate nell’album Le retour à la raison.
Pubblica gli album Ballyturk, Arlington e Grief is the thing with featers, per le omonime pièce teatrali del drammaturgo irlandese Enda Walsh andate in scena a Galway, New York e Londra. Attualmente, è nuovamente impegnato al fianco di Walsh per il nuovo spettacolo Medicine e sta scrivendo le musiche per un film della regista Ildikó Enyedi, Orso d’Oro a Berlino 2017.
A marzo 2020 pubblica l’album Ellipses dans l’harmonie, interamente ispirato alla musica contenuta nelle pagine dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert.
Accanto a Elio Germano ha portato in scena Viaggio al termine della notte di Celine e il Canto XXXIII del Paradiso di Dante Alighieri.

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